MARIA PAOLA COLOMBO SVEVO

Una cattolica democratica di Maria Chiara Mattesini

SVEVO

“ L’on Flavia Piccoli Nardelli , Commissione Cultura della Camera, ha proposto per prima di scrivere la biografia di Maria Paola Svevo”.
Inizio da qui per addentrarmi nei contenuti del libro di Maria Chiara Mattesini storica e ricercatrice presso l’Università di Tor Vergata, collaboratrice con l’Istituto Sturzo e col Centro Studi Marcora che ci consegna una immagine nitida e familiare di Maria Paola Svevo .
Vi si illustrano dettagliatamente i molteplici aspetti della sua personalità, la sua storia, la sua educazione, il suo ambiente sociale e politico , il suo impegno ,da vicesindaco di Monza ad assessore regionale, da senatrice ed europarlamentare.

Inutile dire che il pregio fondamentale del lavoro è di aver inserito la vicenda di Maria Paola nel filone del cattolicesimo democratico ,dell’impegno sociale e della valorizzazione delle autonomie locali e dei corpi intermedi (Sturzo) e naturalmente nella continua attenzione alla promozione dei valori delle donna nella spinta all’ emancipazione e all’impegno politico .Il tutto però con i riferimenti dell’ambiente milanese, della Democrazia Cristiane delle correnti della sinistra DC ,agli uomini e alle donne della politica e della società lombarda (soprattutto ma non solo) e a quell’area politica che è stata fucina di valori e terreno di formazioni di una classe politica mai più eguagliata.
Infatti la cultura di Maria Paola è profondamente nutrita dalle sue frequentazioni basiste e dal suo essere progressista in un ambiente come quello monzese abbastanza conservatore: è noto che la spinta alla valorizzazione del mondo femminile è cominciata con la segreteria Marcora che ha germogliato un bouquet di ragazze di primi piano ,da Maria Luisa Cassanmagnago a Paola Svevo appunto, a Mariapia Garavaglia a Patrizia Toia. Costituivano un vanto ed un fiore all’occhiello per la Base ,e nella sede di Via Nirone il loro ufficio era una enclave molto presidiata, quasi inespugnabile come gruppo monolitico, oggetto di una certa invidia e qualche volta insofferenza da parte delle più navigate o già affermate controparti maschili.
Mattesini, che conosce bene questi ambienti per i numerosi scritti sulla Base e i suoi personaggi, riesce a dimostrare che l’impegno del singolo non può essere fruttifero se prescinde dal gruppo in cui si opera, e che il personalismo cristiano non è individualismo ma lavoro collettivo. Importanti e numerose le testimonianze raccolte che intersecano le vicende della DC milanese , della Base, della Regione a partire dagli anni ottanta attraverso la voce dei suoi personaggi. Illuminante l’introduzione di Giuseppe Guzzetti, che ha avuto Paola come assessore ai Servizi Sociali durante la sua presidenza in Regione Lombardia e ha contestualizzato in modo magistrale la sua vicenda politica (ed anche umana e sociale).
Mariapia Garavaglia, presidente della Fondazione Svevo, sottolinea come il libro promuove contenuti che devono essere continuamente ricordati, perché “rappresentano la promozione di valori civili di solidarietà e coesione di cui il nostro tempo è così povero”.
L’azione di Paola ha sempre avuto due riferimenti:
Primo: il Movimento Femminile DC , di cui è stata anche presidente con una continuità lungimirante: doveva diventare il laboratorio politico delle donne perché fossero competitive e in quanto tali accreditate nel partito e nella società, non allineate al femminismo rivendicativo( e mentre le donne in DC puntavano ad essere elette in tutti i Comuni, le donne del PCI miravano ad essere presenti a livello parlamentare).
Secondo : il popolarismo sturziano , con la valorizzazione dei corpi intermedi ,sia a livello sociale che amministrativo come enti autonomi nell’articolazione dello Stato; il privato sociale ,che fa da completamento dei servizi pubblici attuando il principio di sussidiarietà .
Principi applicati nell’attività politica in Regione ,in Parlamento, in Europa.
La prima riforma è stata in Regione,(1980)con Guzzetti presidente, facendo diventare le Unità Sanitarie Locali Unità Socio Sanitarie, per guardare alla persona nella sua interezza. Una delle ultime fatiche (1991),cui teneva molto mentre ancora impegnata in politica, la creazione dell’Associazione IRENE ,per realizzare progetti di pari opportunità legati soprattutto all’Europa.
La dote fondamentale che ha permesso a Paola di emergere è stata la sua intelligenza e sensibilità nel fare gruppo , la capacità di essere aggregante, di valorizzare le intelligenze , di coordinare e portare a termine con costanza iniziative anche difficili ,di condurre le danze danzando insieme ai collaboratori, di essere leader non solo perché capace ma perché esemplare. Per Paola la politica è stata una passione ed una vocazione.
Il libro si sviluppa attraverso in due parti, coi capitoli principali:
Prima parte : 1 Il gruppo delle Lombarde 2 Una pasionaria del movimento femminile 3 Femminismo: quale seconda fase ? 4 Senza separatezza, senza sudditanza 5 Meno male che ci siamo 6 Donne d’Europa.
Seconda parte: La Democrazie della solidarietà, Un altro capolavoro politico, Il Comune la moderna polis, L’amore per il prossimo, Donne che affrontano il tragico della politica, Brevi considerazioni sul pensiero politico femminile.
In questo itinerario si incontrano personaggi noti, oltre ai già citati Giuseppe Guzzetti e Mariapia Garavaglia , come Maria Luisa Cassanmagnago , Patrizia Toia, Emanuela Baio, Sandro Bertoia, Domenico Galbiati,Tiziano Garbo, Mino Martinazzoli, Giovanni Marcora, Luigi Granelli, Roberto Mazzotta, Vittorio Rivolta, Guido Bodrato, Pierluigi Castagnetti ed anche Tina Anselmi, Maria Eletta Martini, Albertina Soliani, Silvia Costa …
Nel rileggere tutte queste vicende e nell’incontrare tutti questi nomi, mi entra nella testa come una musica ,quella musica che sarebbe bello poter ricantare insieme con tutti quello che hanno partecipato a questa storia e tutti quelli che ad essa vorranno accostarsi.
Gianni Mainini , maggio 2021.

Maria Paola nasce a Rho nel 1942; si diploma al liceo classico Parini di Milano, poi frequenta l’Università. Nel 1965 diventa delegata provinciale femminile DC succedendo a Maria Luisa Cassanmagnago ; nel 1967 si laurea in Scienze Politiche alla Cattolica.
Nel 1970 diventa consigliere comunale di Monza e poi vicesindaco
Nel 1975 viene eletta in Regione Lombardia ,dove poi è assessore ai servizi sociali dal 1980al 1983. Membro della Commissione di Beneficenza della Fondazione Cariplo.
Nel 1988 diventa delegata femminile nazionale.
Senatrice per tre legislature dal 1983-87,dal 1987-92,dal 1992al 1994.
Europarlamentare PPI dal 1994 .
Nel 1991 fonda l’Associazione IRENE .
Si spegne nel 2010 a Monza.