Auguri agli amici del Circolo Marcora.          Milano 7 dicembre 2020

Quest'anno il Buon Natale è ovviamente accompagnato dalla speranza di venir fuori presto da questa storia della epidemia che, tuttavia,
insieme ai tanti danni che ci ha procurato, ha anche avuto - per noi ottanta/novantenni - una specie di effetto "ringiovanente", nel senso
che ci ha fatto fare una esperienza nuova rispetto al frequente ritornello "le abbiamo viste tutte". Questa è stata una novità che abbiamo condiviso come tale con quelli più giovani di noi.
Indietro negli anni ci hanno riportato quest'anno, anche due solenni anniversari: il cinquantesimo compleanno dello statuto dei lavoratori
e delle Regioni, due riforme che, ognuno di noi nei ruoli diversi di gregari o dirigenti, di elettori o eletti e comunque di partecipanti a
complessi e infuocati dibattiti, abbiamo costruito nel paese.

Dello Statuto, noi che facevamo parte della sinistra democristiana, possiamo dire con soddisfazione che è diventato una bandiera di tutta
la sinistra (i comunisti non lo votarono in Parlamento, noi sì); delle Regioni dobbiamo dire che le volevamo come riforma in senso
autonomistico dello Stato e le abbiamo avute come articolazione periferica dello Stato centralista. Una riforma a metà, una mezza delusione.

Segnalo in proposito un bel libro nuovo del leader autonomista di quegli anni. Piero Bassetti, "Oltre lo specchio di Alice" editore Guerini e associati.
Infine il ricordo di una nostra intelligente, colta e simpatica amica dei tempi dello "Stato democratico": Lidia Menapace, che ci lasciato
qualche giorno fa. Negli anni 60 del secolo scorso veniva nella sede di via Cosimo del Fante a portarci i suoi articoli per la rivista. Ricordo in
particolare una serie di interventi sul vocabolario della politica che farò di tutto riproporre agli amici in qualche modo: ci portava per
mano a scoprire come la cultura cattolica avesse una casa politica nel campo della difesa e della promozione degli ideali di democrazia e di
libertà al di là di ogni polveroso dogmatismo.


Auguri e a presto


Mario Mauri