Cerimonia di canonizzazione di Papa Montini
Con Paolo VI negli anni 70. Foto tratta da "Un libro di ricordi" di Luigi Granelli.
Cari amici,
nel prossimo ottobre avverrà la cerimonia di canonizzazione di Papa Montini.
Come sapete, da arcivescovo di Milano dal 1954 al 1963, Montini ebbe relazioni con la Base ed i suoi personaggi non facili e non semplici.Uno squarcio della situazioni e della sovrastante cornice politica ci viene fornita con magistrale capacità da Mario Mauri, che ha vissuto quei tempi.
A meglio intendere l'atmosfera dell'epoca, vi invito a leggere un articolo del Corriere della Sera del 23 settembre 2004 (lettera di Montini a mons Dell’Acqua).
Nel ringraziare Mario pubblicamente per il suo interessante contributo, vi invito a leggerlo.
Mario Mauri su canonizzazione Montini
La canonizzazione di Giovanni Battista Montini suscita particolari emozioni in coloro che a metà degli anni cinquanta del secolo scorso vissero l'episcopato ambrosiano del futuro Paolo VI (chiamato a succedere, nel 1954, al cardinale Schuster) con molta ammirazione per il complesso della sua azione pastorale, ma anche con qualche difficoltà di comunicazione e comprensione su temi dell' attualità politica del tempo.
Quelli che si riconoscevano nella sinistra cattolico democratica ammirarono molto i primi gesti del nuovo successore di Sant'Ambrogio, la finezza e la modernità culturale dei suoi messaggi e della sue omelie e parteciparono con entusiasmo a quello storico avvenimento che fu la Missione di Milano. Di quella iniziativa pastorale si ricordano in particolare le aperture delle Chiese e dei luoghi di lavoro nella pausa meridiana a intensi momenti di riflessione a cui parteciparono migliaia di milanesi a cui parlarono lo stesso mons. Montini e tra gli altri don Mazzolari, padre Turoldo, Lazzati: sembrò in qualche modo materializzarsi la definizione (allora frequente nella comunicazione giornalistica) di Montini "arcivescovo dei lavoratori".
Nella DC molti evocavano la cultura familiare del presule, figlio e fratello di parlamentari del partito di ispirazione cristiana e quindi una naturale propensione a valutare anche in chiave politica relazioni di carattere sociale e problemi di qualificazione ideologica e culturale. Tutti sapevano della alternativa in Vaticano, rappresentata da Montini, rispetto a personalità definite conservatrici come i cardinali Ottaviani e Pizzardo e molto si disse del favore con cui l'arcivescovo di Milano guardava al conferimento di una laurea honoris causa a
Jacques Maritain, maitre à penser della sinistra cattolico democratica, da parte dell' Università Cattolica.
Il progetto di questo riconoscimento fu bloccato da un intervento romano, appunto. L’arcivescovo contrastò di lì a qualche anno il disegno di una alleanza politica tra democratici cristiani e socialisti e fu quello il momento di difficoltà nei rapporti tra quella parte della DC più orientata a sinistra, rappresentata in particolare dalla corrente di Base, e gli orientamenti manifestati da mons. Montini. Di tale dissenso
scrissero il successore dell'arcivescovo, il cardinale Colombo e importanti studiose come Maria Chiara Mattesini e Eliana Versace, ma la stessa sostanza delle cose dette e scritte allora dal presule e i comportamenti e i giudizi in seguito assunti da Paolo VI dimostrarono che il dissenso non era sulle strategie di rinnovamento a cui i cattolici democratici erano chiamati ma sulle scelte politiche particolari e sui tempi
in cui compierle.
Furono certo momenti difficili per molti di noi: le critiche alle nostre scelte venivano da una fonte di grande autorevolezza e furono strumentalizzate anche in sede elettorale per quanto riguardava il voto dei cattolici. Ma in definitiva l' arcivescovo della missione di Milano diventò il Papa della Populorum Progressio che riconosceva il diritto di ribellarsi ai regimi contrari alle speranze di progresso sociale e di libertà. Questa parte del magistero di Papa Montini fu al centro di critiche della parte conservatrice della gerarchia ecclesiale quando Camillo Torres, antesignano della teologia della liberazione, andò a morire in Bolivia ribellandosi a un regime politico oppressivo.
Questo ricordo ci è caro e commovente nel momento in cui partecipiamo alla festa della Chiesa per il nuovo Santo.
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